martedì 8 marzo 2016


Oggi la nostra scuola in occasione  della giornata internazionale della donna, definita comunemente Festa della Donna,  ha voluto commemorare grazie ad un bellissimo video creato dal professore Portas tale festa, attraverso  esaustivi documenti fotografici  e video che hanno fatto conoscere ai ragazzi il vero motivo per cui si celebra l’8 marzo, cioè perché si ricorda in quella data la morte di più di un centinaio di donne, avvenuta in un incendio in una fabbrica di New York, anche se questa giornata celebrativa nacque negli Stati uniti, come “Woman’s Day”, il 3 maggio 1908, quando a una delle conferenze del partito socialista di Chicago, alle quali erano invitate a partecipare anche le donne, in mancanza dell’oratore ufficiale prese la parola la socialista Corinne Brown, che era una ferma sostenitrice dei diritti delle donne e per la loro “liberazione”. Proprio durante il suo intervento in questa conferenza Corinne Brown affrontò il discorso dello sfruttamento da parte dei datori di lavoro nei confronti delle operaie, che tra l’altro ricevevano un salario bassissimo e avevano un orario di lavoro quasi intollerabile. Dopo quella conferenza, che però non ebbe un effetto immediato, il Partito socialista americano decise «di riservare l’ultima domenica di febbraio 1909 per l’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile». Infatti la prima giornata della donna fu celebrata il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti.  

Al termine della proiezione insegnanti e ragazzi hanno quindi scritto alcune frasi personali riguardanti tale celebrazione, in un bellissimo cartellone creato dal professore Zema posto nell'androne della scuola. 
Subito dopo i ragazzi si sono recati nelle rispettive classi, per riflettere  con gli insegnanti e ricordare tutte le conquiste delle donne in campo economico, politico e sociale ma anche le discriminazioni e le violenze cui le donne sono state sottoposte in passato e, in alcune parti del mondo, ancora sono sottoposte. Ribadendo che l’8 marzo ha, quindi, un significato ben diverso da quello che il consumismo moderno ha voluto imprimergli.


Nessun commento:

Posta un commento